Abbiamo un protagonista, una voce narrante, uno di cui non sappiamo il nome. E’ un assicuratore, è stressato, è sempre in viaggio. E non dorme. Per cercare di rilassarsi incomincia a seguire dei gruppi di discussione, riservati a malati terminali. E con loro, con queste vite che volgono al termine, riesce a liberarsi, a riprendersi, e finalmente a dormire riposato. Proprio ad uno di questi incontri trova Marla, una che come lui fa solo finta di essere malata. E’ durante i suoi molti viaggi che il protagonista incontra Tyler Durden, un rappresentante di sapone originale, strano. A causa dell’esplosione della sua casa Tyler ospita il narratore nella propria cosa. Ed è proprio con lui che iniziano a fondare dei fight club. Club in cui si combatte a mani nude, solo per sfogare la propria ira e rabbia, ma rimanendo in buoni rapporti con l’avversario. Regola numero uno del Fight Club: non parlate mai del Fight Club.
Fu così che conobbi Marla Singer. La sua filosofia di vita era che poteva morire da un momento all’altro; la tragedia, diceva, era che non succedeva.
Tratto da un romanzo di Chuck Palahniuk, il film si snoda lungo la sua storia con un piacere intenso per tutte meravigliose scene che si presentano allo spettatore. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, e Edward Norton e Brad Pitt sono magistrali, e Helena Bonham Carter è una ottima spalla per i due. David Fincher dirige i tre ottimamente, e la storia scorre perfettamente, con qualche colpo di scena e una consapevolezza di qualcosa che stona, che non va, fino a quando sul finale viene tutto rivelato. Magnifiche le iterazioni dei personaggi ed i dialoghi, e la spietata analisi di alcuni stati d’animo e di una parte del tessuto sociale. Assolutamente da vedere.
Titolo Originale: Fight Club
Durata: 2 ore e 19 minuti