Quando si dice la giornata no. Juan Oliver si presenta con un giorno di anticipo al carcere per il suo lavoro da secondino. Peccato che proprio quel giorno cada un pezzo di intonaco dal soffitto e lo colpisca in testa. Per soccorrerlo i secondini lo mettono un attimo in una cella vuota, la 211. Peccato anche che proprio in quel momento in carcere scoppi una rivolta, capeggiata da Malamadre. Peccato che fuori lo aspetti la moglie incinta e che per sopravvivere Juan debba fingersi anche lui un carcerato. Peccato.
Succeda quel che succeda non esci vivo da qui…
Il film è stato ben strutturato. Si è scelta di calare il personaggio ordinario in una situazione fuori dall’ordinario, e questo evidentemente paga. Bravo il cast ed il regista, ed i personaggi sono stati ben studiati da Francisco Pérez Gandul, l’autore del libro da cui è stato tratto il film. In particolare il capo dei rivoltosi, Malamadre, è molto carismatico, e Juan rende bene nelle varie situazioni in cui si trova invischiato. La situazione si fa sempre più problematica con i media, con le manifestazioni al di fuori del carcere e con le forze dell’ordine che si preparano ad assaltare il carcere. Un susseguirsi di eventi con un crescendo di drammaticità e violenza.
Titolo Originale: Celda 211
Durata: 1 ora e 50 minuti