Apocalypto

Apocalypto 04Una grande civiltà viene conquistata dall’esterno solo quando si è distrutta dall’interno.’ Il film inizia con questa frase, usa dal regista, Mel Gibson, per narrare i fatti che hanno portato i Maya quasi all’auto-distruzione, cosa che ha reso facile la successiva sconfitta quando invasi dai conquistadores. Raccontata nello stile di Gibson, che si basa poco sui fatti storici ma preferisce infiorettare, ed esagerare, il racconto, offrendo un film violento, duro, di quelli che si ricordano anche per le scene macabre e realistiche. E, ovviamente, per l’epicità. La storia narra di Zampa di Giaguaro, un giovane Maya che viene catturato da una tribù più forte e che dovrebbe essere sacrificato al Dio Sole, ma riesce a scappare e a tornare dalla sua famiglia. Primordiale.

Ho visto un buco profondo nell’uomo. È come una fame che non verrà mai saziata…

Zampa di Giaguaro vive di caccia nella foresta, con amici, famiglia, moglie ed un figlio in arrivo. Un giorno il suo villaggio viene attaccato da una tribù più forte, lui viene rapito, ma riesce a nascondere la sua famiglia. Il suo destino: essere sacrificato, insieme a centinaia di altri, al Dio Sole. Vede un mondo decadente, fatto di violenza e crudeltà. Riesce a scappare ed, in seguito, fugge nella foresta per tornare dalla propria famiglia. Nel film ci sono molti momenti epici, fatti di violenza, istinto primordiale, crudeltà. Gibson ha l’occasione di rappresentare il sacrificio umano con l’estrazione del cuore, i corpi che vengono buttati dalle piramidi, i momenti di lotta, la caccia. Un film sicuramente crudo e diretto, ma interessante. Pochissimo il parlato, quasi tutto si basa sulle sensazione che la fotografia e la regia riescono a dare. Sicuramente una pietra di paragone per film del genere.

Titolo Originale: Apocalypto
Durata: 2 ore e 19 minuti

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