Troviamo la nostra Alice cresciuta, senza alcun ricordo di quello che le è accaduto quand’era bambina, ma con qualcosa che ancora le ritorna in sogno. Durante una festa che è in realtà un espediente perché le si possa fare una proposta di matrimonio davanti a centinaia di invitati, Alice lascia lo spasimante in attesa della risposta scappando per inseguire un coniglio bianco. Alice si ritrova, nuovamente, nel Paese delle Meraviglie, il osto che aveva sempre sognato e nel quale, scopre, esiste una profezia in cui Alice, con l’aiuto del Cappellaio Matto e delle altre strane creature di questo Paese, sarebbe riuscita a sconfiggere una creatura malvagia e a liberare così il Paese delle Meraviglie dal giogo della Regina Rossa. Meravigliatevi.
Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti… quasi come un cappellaio… e per fortuna io lo sono!
Questo non è Alice nel Paese delle Meraviglie, o meglio, non è tratto dai libri che Lewis Carrol scrisse. E’ invece una sceneggiatura originale che ambienta la nuova storia quando Alice ha ormai 19 anni, non ricorda niente delle precedenti avventure, ma deve ritornare nel Paese delle Meraviglie per portare a compimento una profezia e liberare il Paese dalla tirannia. Alice, la brava Mia, è un personaggio diverso dalla giovinetta di una volta. Ad aiutarla appaiono l’immancabile Cappellaio Matto, ruolo che calza alla perfezione a Johnny Depp, e che non potevamo non aspettarci di trovare in un film di Tim Burton, come ritroviamo Helena Bonham Carter nel ruolo della malvagia Regina Rossa. Spesso frenetico e sempre assurdo, com’è giusto che sia, il film è piacevole e divertente, e molto scenografico, in alcuni momenti anche confuso. Menzione ad Anne Hathaway, questa volta bionda.
Titolo Originale: Alice in Wonderland
Durata: 1 ora e 50 minuti